ASSOCIAZIONE CAMPANARI DELLA B. V. DI SAN LUCA in BOLOGNA

 Testo tratto da "DIN, DEN, DAN, DON" Lineamenti di storia della campane e loro uso nella tradizione bolognese-modenese 

ã 1998 "Quale Percussioni?" di Luciano Bosi

 

COME NASCE UNA CAMPANA

Il modello per la fusione di una campana è composto da: ANIMA, FALSA CAMPANA e MANTELLO.

- ANIMA: con una sagoma di legno si prepara una costruzione in mattoni che corrisponde all’interno della campana;

 

  

    

 

- FALSA CAMPANA: l’anima viene ricoperta con strati d’argilla sino ad ottenere una superficie levigata sulla quale si applicano le CERE delle dediche, delle immagine e dei fregi;

 

- MANTELLO: sulla falsa campana viene spalmata, fino allo spessore desiderato, altra argilla.

Il modello così completato si cuoce con la tecnica della CERA PERSA, la quale, sciogliendosi, con il calore lascia impressa sul mantello in negativo la composizione artistica.

Quindi si solleva il mantello, si distrugge la falsa campana e lo si ricolloca sull’anima.

Ovviamente nello spazio libero creatosi tra anima e mantello scende il bronzo fuso che si raffredda lentamente.

Ora la campana è pronta per le rifiniture.

Il bronzo delle campane contiene circa 78 parti su 100 di rame e 22 di stagno.

La temperatura di colata è di 1150°/1200° C. circa. L’argilla usata per ricoprire l’anima della campana è di qualità speciale, perché deve resistere all’azione erosiva del metallo liquido durante l’operazione di colata e si chiama ARGILLA MAGRA.

L’ultima fase di formatura è costituita dall’esecuzione del mantello o camicia che si ottiene depositando in strati sottilissimi ed uniformi l’argilla suddivisa e diluita in acqua.

L’argilla è applicata a pennello e, tra un’applicazione e l’altra, deve essere lasciata essiccare perfettamente.

L’essiccazione è ottenuta mediante un braciere sistemato all’interno dell’anima di mattoni che resta acceso fino all’approntamento del mantello.

Durante la fase di essiccazione il sottile strato di cera (5-7 mm.) che ricopre l’interno del falso mantello si scioglie lentamente e viene assorbito dall’argilla.

Le applicazioni dell’argilla si protraggono per alcuni giorni sino ad ottenere uno spessore variabile da 18 a 25cm.

Ultimata la formatura il mantello viene sollevato e il falso mantello sarà sgretolato fino a liberare perfettamente l’anima.

Dopo aver ricollocato il mantello sull’anima, la fossa in cui si era costruita la struttura di mattoni sarà completamente riempita di terra, in modo da impedire lo spostamento del mantello causato dalla spinta metallostatica.

Si può così procedere alla realizzazione della campana, colando il bronzo nello spazio libero tra mantello e anima.

Come si è già accennato prima, per la fusione della lega si ricorre a forni a riverbero scavati in fossa; il combustibile adottato oggi è, come centinaia di anni fa, la legna di rovere secca, grazie alla quale si evita la contaminazione del metallo fuso da parte di gas ricchi di idrogeno, anidride solforosa ecc. che si avrebbe impiegando nafta o simili.

Per le campane di media statura il ciclo di lavorazione varia da 30 a 60 giorni.

E’ da tenere presente che la fase di FORMATURA è la più delicata ed importante. Le variazioni di timbro, la possibilità di dotare le campane della "voce" che si desidera, ossia di ottenere una nota fissa, si possono ottenere grazie a speciali accorgimenti presi nel corso della formatura.

Questi accorgimenti si riferiscono alle dimensioni, allo spessore degli strati e a tanti altri particolari che fanno parte del cosiddetto SEGRETO PROFESSIONALE.

La voce di una campana dipende dalle sue dimensioni: tanto più la campana è grande e pesante, tanto più grave è il suono e tanto maggiore è la difficoltà di costruzione.

La campana deve nascere perfetta già dalla fusione e capace di emettere la nota giusta. A fusione avvenuta non si può più correggere nulla, ogni ritocco formerebbe una "toppa" nel bronzo e altererebbe il suono. Quindi le varie famiglie di fonditori si tramandano di generazione in generazione i loro segreti per ottenere suoni più limpidi e corposi.

Particolari sono infine le campane che vengono suonate a distesa, cioè fatte ruotare fino quasi a essere capovolte in modo che ricadendo emettano un rombo intenso e vibrante.

La vita media di una campana è di 70-80 anni e abbastanza facilmente può raggiungere il secolo.

Andiamo ora a ricordare alcune delle campane più grandi e famose del mondo ed in particolare la più grande mai costruita, la "Czar Kolokol". Nota anche come "l’imperatore delle campane" o meglio "la zarina delle campane", pesa 198.000 chilogrammi, misura 6,82 metri di diametro, è alta 7,47 metri e il suo spessore alla base è di ben 49 centimetri.

Nel 1730 Anna, Imperatrice di Russia, commissionò a lvan Motorin, abile maestro moscovita fonditore di campane, la realizzazione di una campana così grande e dal suono così potente da far sfigurare tutte le campane delle chiese, cattedrali e templi del mondo. Nonostante le ingenti risorse materiali ed umane messe a disposizione (350 tonnellate di metallo e 180 aiutanti), occorsero 4 anni di lavoro e vari tentativi per giungere alla colata che sarebbe stata definitiva se proprio in quella occasione, dalle tre enormi fornaci, non si fosse sprigionato un inendio che trasformò l’evento in un terribile inferno, tale da devastare ogni cosa. Di lì a un anno il fonditore morì e il figlio Mikhail prese il suo posto per ritentare l’impresa fallita dal padre. Dopo circa un anno riuscì a portare a termine la fusione, ma un incendio divampato subito dopo bruciò il sostegno che reggeva la campana facendola precipitare nella fossa di fusione, inoltre l’acqua usata per spegnere l’incendio provocò una reazione nel metallo incandescente che, per contrasto di temperatura, si ruppe. Il pezzo che si staccò dal bordo pesava 11.000 chilogrammi. Questo evento scrisse la parola fine sulla vita di questa straordinaria campana. Nel 1836 l’architetto francese Auguste Ricard de Montferrand organizzò il recupero della campana e del pezzo staccatosi, posizionandoli su un piedistallo di granito posto ai piedi del campanile Ivan Veliki che si trova accanto alla cattedrale di Mosca, nella piazza del Kremlino.

Oggi questo incredibile monumento sonoro è ancora lì nello splendore della sua mole, avvolto in un profondo silenzio.

La seconda campana in ordine di grandezza si trova sempre a Mosca, è collocata sul campanile accanto alla "Czar Kolokol" e pesa circa 164.000 chilogrammi. In Estremo Oriente, proprio lì dove la campana ha avuto origine, si trovano altre grandi campane: la più grande è in un tempio di Osaka, fusa nel 1903, chiamata "Campana Grossa", pesa circa 114.000 chilogrammi. Sempre in Giappone, a Kyoto, nel tempio di Chian-in c’è una campana di 63.000 chilogrammi. Per concludere questo breve passaggio in Oriente è da segnalare una campana che si trova a Pechino, pesa 56.000 chilogrammi e fu fusa nel 1404 dal fonditore Yao-Kuang-Hsiao.

Ritorniamo in Europa per ricordare altre campane importanti, fra queste la campana St. Petersglocke (Deutsche Glocke) montata nel duomo di Colonia, fusa da Heinrich Ulrich, maestro fonditore di Apolda in Turingia, il 5 maggio del 1923, pesa 24.000 chilogrammi, è alta 3,22 metri ed ha un diametro di 3,20 metri. In Germania troviamo un’altra campana molto importante è la "Maria Gloriosa" nel duomo di Erfurt in Sassonia, pesa circa 11 .400 chilogrammi ed è suonata a slancio mediante un sistema elettrico. Essa venne fusa nel 1497 da Gerard de Wou, è particolarmente interessante dal punto di vista organologico in quanto la sua forma anticipa la morfologia delle campane moderne. In Austria si ricorda la "Pummerin" unica campana collocata sul campanile del duomo di Santo Stefano; fusa nel 1951 con bronzi bellici dal fonditore Karl Geisz, pesa 20.132 chilogrammi. La precedente campana, confiscata dalla truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, pesava circa 10.400 chilogrammi ed era stata fusa nel 1558. In Francia troviamo la "Savoiarda", così chiamata perché fu realizzarta con perchè fu realizzata con le offerte dei cattolici della Savoia, pesa 18.835 chilogrammi, è alta 3,06 metri ed ha un diametro di 3,03 metri, è collocata sul campanile del tempio del Sacro Cuore di Montmartre a Parigi. Realizzata net 1891 dalla fonderia Paccard di Annecy-Le Vieux, emette un suono potente, della durata di 8/9 minuti che può essere udito fino a 40 chilometri di distanza, è la campana più grande del Paese. La stessa fonderia nel 1950, su commissione del governo americano, riprodusse 49 esemplari della "Liberty Bell" uno per ogni stato americano. L’originale, fuso in Inghilterra nel 1751 dalla fonderia Whitechapel di Londra, rappresenta l’indipendenza degli Stati Uniti dall’Europa, essa si trova ora a Philadelphia, ma dal 1835 non suona più, poiché un’incrinatura ne ha compromesso definitivamente il suono. Per concludere rientriamo in Italia e precisamente a Rovereto dove, sul Colle di Miravalle, si erge la "Maria Dolens", la più grande campana d'Italia, fu dedicata "Ai Caduti di tutte le Nazioni che presero parte alla grande guerra 1914-1918", rifusa diverse volte dal suo primo insediamento (24 maggio 1925), la campana attuale, realizzata nel 1964 presso la Fonderia Capanni di Castelnuovo né' Monti (RE), pesa 22.639 chilogrammi, ha un diametro di 3,21 metri ed è alta 3,36 metri.

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